di Arianna Alessia Armao (Laureata presso l'Università di Torino)

Il seguente contributo è una sintesi della tesi di laurea della Dott.ssa Armao e vuole inaugurare la serie "Students' points of view", che raccoglierà gli abstract di acune delle migliori tesi di laurea aventi come oggetto di indagine le economie emergenti. 

L’immagine scintillante e movimentata che le strade di Seoul, gremite di turisti e consumatori, ci restituiscono da più di un ventennio affonda le sue radici in una storia complessa e per molti versi travagliata. La Repubblica di Corea, che oggi figura tra i principali competitor nel campo dell’alta tecnologia, ha visto consolidarsi le sue dinamiche di sviluppo intorno i resti della dominazione giapponese e degli sconvolgimenti successivi alla seconda guerra mondiale. L’impianto dirigista e sviluppista instaurato durante gli anni della ricostruzione ha reso le istituzioni statali il principale attore responsabile del decollo economico sudcoreano.

 

1. Le dinamiche di sviluppo della Corea del Sud: rilevanza delle istituzioni statali

La Corea del secondo dopoguerra era una Corea divisa,oltre che sfiancata dal suo passato coloniale, il quale certo aveva concesso in eredità alcune preziose strutture socioeconomiche – impianti industriali, classi lavoratrici mediamente istruite,socializzate a dinamiche di avanzamento tecnico – ma fondamentalmente aveva depauperato la penisola delle sue risorse umane e naturali. Il fatto di aver costituito uno dei pochi teatri di scontro della Guerra Fredda ha successivamente determinato, per le due Coree, l’innescarsi di dinamiche di insicurezza politico-economica che risultano tutt’oggi delicatissime1.

La fase di ricostruzione dell’economia è stata definita a partire dagli anni Cinquanta con il fondamentale appoggio degli Stati Uniti e ha dato i suoi primi frutti a partire dagli anni Sessanta, connettendo alla dittatura di Park Chung-hee la memoria storica dell’effettiva ripresa economica. Il dirigismo statale di Park ha portato al sorgere dei conglomerati industriali che hanno conquistato la loro posizione nel panorama internazionale (i ben noti chaebol), oltre che all’istituzione di un organismo di riferimento che si facesse carico della formulazione di piani quinquennali di crescita, della politica fiscale, del management del capitale straniero e delle attività di statistica (l’Economic Planning Board, oggi confluita nel Ministry Of Strategy and Finance).

Agli anni Ottanta e Novanta si riconduce il consolidamento della crescita dell’economia sudcoreana, suggellata dalla transizione democratica, dalla graduale inclusione nel panorama internazionale2 e dal percorso di liberalizzazione che ha caratterizzato la fase di crescita fordista-toyotista. Il sostegno statale al settore industriale – ma anche i piani di investimento nei settori di istruzione e Ricerca&Sviluppo–ha costituito uno dei fattori chiave dell’emersione di gruppi come Samsung, LG, Hyunday e Daewoo.

Dall’appoggio statunitense la Corea del Sud ha tratto fondamentali vantaggi, specie nella fase della ricostruzione: aiuti economici e militari, investimenti allo sviluppo, assistenza tecnica sul campo e concessione di licenze per l'acquisizione di tecnologie avanzate. La presenza del Giappone come forza trainante al livello regionale, poi, ha consentito l’acquisizione di know-how e assistenza tecnica, secondo il noto ‘paradigma delle oche volanti’. Tanto il mercato statunitense quanto quello giapponese, peraltro, sono stati i principali destinatari dei prodotti sudcoreani negli anni di sviluppo dell’approccio export-oriented (almeno fino agli anni Duemila, quando il primo partner commerciale è diventata la RPC).

In generale, è all’articolazione di oculate politiche di sviluppo che si riconduce il successo dell’economia sudcoreana. Lo Stato, proprietario delle banche fino agli anni Ottanta, ha condotto un'attività di pianificazione economica capace di tener conto dei meccanismi di mercato e dell'interesse prioritario per lo sviluppo del settore privato: sussidi economici per i conglomerati industriali emergenti, controllo delle fluttuazioni dei prezzi e dei capitali, investimenti nei settori di educazione, formazione e R&S.

Beneficiando dei vantaggi delle economie latecomer – non ultimo la capacità di trasferimento di grandi masse di lavoratori dal settore primario al secondario –la Repubblica di Corea ha reinterpretato il successo tutto giapponese della cooperazione del settore pubblico con quello privato, ed è stata certo favorita dall’impostazione fortemente gerarchizzata e corporativista della società sudcoreana di quegli anni (dobbiamo aspettare la fine del secolo scorso prima di registrare politiche meno repressive nei confronti di sindacati e società civile, oltre che l’adozione di misure maggiormente redistributive rivolte alle classi meno abbienti)1.

 

andamento pil

Fonte: Elaborazione dell'autrice su dati in Valli V. (2017)

 

Mutamenti recenti, debolezze strutturali

Dalla crisi asiatica di fine anni Novanta – che oltre a tassi negativi di crescita del PIL ha determinato l’aumento della disoccupazione e delle diseguaglianze nella distribuzione dei redditi – la Corea è riemersa potenziando il settore industriale in direzione dell’automobilistico e delle ICT, e adottando misure di privatizzazione in concordanza con il piano di aiuti record stanziato dal FMI. La successiva fase di intensa globalizzazione finanziaria non ha intaccato la tradizionale propensione ad investire nel capitale umano. La crisi dei mutui subprime ha in seguito indebolito le esportazioni, determinando la crisi di liquidità e la svalutazione del won, cui sono seguite la crisi dell'economia reale e la conseguente diminuzione del tasso di crescita del PIL; tuttavia, l'impatto negativo è risultato meno pronunciato rispetto al caso della crisi asiatica, date le precedenti riforme del settore finanziario e la maggiore integrazione con economie dinamiche come quella cinese.

Ad oggi il governo di Moon Jae-In si confronta con una fase di instabilità politico-economica legata proprio alle derive croniche di un sistema di cooperazione pubblico-privato ormai corrotto e clientelare. Dei cinque chaebol principali, Samsung – il vero gigante dell’industria sudcoreana – e Lotte sono stati coinvolti negli scandali che hanno portato all’impeachment di Park Geun-Hye e alla sua rimozione dalla carica presidenziale per essere stata indebitamente condizionata da una figura che – sebbene estranea agli organi governativi – ha avuto modo di influenzarne persino le scelte politiche1.Tra le promesse del governo Moon grande peso viene riposto nella riforma del sistema dei chaebol: l’intento è quello di scardinarele connessioni clientelari tra classe politica e gruppi industriali, riducendo al minimo, peraltro, le influenze che le famiglie dei chaebol hanno esercitato sulla realtà politica del Paese.

 

Share dei principali chaebol sul mercato azionario sudcoreano

sudcoreano

 Fonte: Bloomberg (2017)

 

La Repubblica di Corea si trova ad operare in un contesto economico in via di ridefinizione: le crescenti interconnessioni con il gigante cinese procedono di pari passo con il potenziale inasprimento dei rapporti con gli Stati Uniti di Trump, sebbene Moon abbia reiterato la centralità strategica della cooperazione con gli USA1. Negli anni la Cina ha in effetti consolidato la sua posizione come primo partner commerciale della Corea del Sud, tanto nel campo delle importazioni quanto in quello delle esportazioni.

 

Importazioni della Corea del Sud, per Paese Esportazioni della Corea del Sud, per Paese

importazioni1importazioni2

 Fonte: Trading Economics (2017)

 

In generale, la Corea del Sud registra tassi di crescita piuttosto moderati, ed emergono alcune debolezze strutturali di cui il nuovo governodovrà certamente tener conto:

•dipendenza dalle esportazioni verso Stati Uniti, Europa e Cina;

•pressione competitiva di Giappone – per i prodotti di alta qualità – e Cina – per i bassi costi di produzione;

•debolezza del mercato finanziario – in termini di trasparenza e solidità – e del settore industriale, eccessivamente legato alla forza trascinante di pochi chaebol;

• dal punto di vista delle dinamiche societarie: invecchiamento della popolazione e basso tasso di fertilità, polarizzazione della distribuzione della ricchezza, crescenti pressioni sociali per quanto concerne la competitività nel mercato del lavoro, tasso di occupazione in diminuzione (a causa della dislocazione della produzione in Paesi in via di sviluppo, con forza lavoro a minor costo).

Gli scandali sulla corruzione di governo e imprese, il rallentamento della crescita e le mancanze di un sistema di welfare state poco sviluppato e inclusivo hanno determinato notevoli ondate di scontento. Nonostante tutto, comunque, la Repubblica di Corea mantiene ritmi positivi di crescita, e figura ancora tra le economie leader nel campo dell'elettronica, dell'automobilistica e della cantieristica.

 

Indicatori economici: tassi di crescita in percentuale

     

2016

2017

PIL

2,83

2,30

PIL Pro-Capite

2,36

1,89

Occupazione

 

1,15

0,71

Popolazione

 

0,45

0,41

Output per Lavoratore

1,66

1,58

Output per Ore Lavorative

2,94

1,58

Fonte: Conference Board Total Economic Database (2017)

 

Lezioni per le attuali economie emergenti?

Senza che si scada in generalizzazioni o prescrizioni inquadrate, la Corea del Sud può rappresentare uno spunto di riflessione sulle dinamiche di sviluppo delle attuali economie emergenti, le cui condizioni certo variano a seconda dei contesti storici e geografici di riferimento. Il caso sudcoreano, in sostanza, consente di rimarcare la rilevanza delle istituzioni statali nell’articolazione di politiche economiche oculate e orientate al lungo termine.

Operando una summa di quelli che sono stati i principali studi in merito (da Johnson ad Amsden, da Wade a Kohli) possiamo permetterci di articolare un insieme di ‘lezioni’ nel breve elenco che segue:

• in un contesto globale guidato da economie già sviluppate, la direzione burocratica e statale gioca un ruolo di primaria importanza nella definizione di strategie di sviluppo volte all'aumento della competitività sul piano internazionale;

• la cooperazione del settore pubblico con quello privato si rivela un fattore chiave dell’efficacia delle politiche di sviluppo, fermo restando che un sistema di regolamentazione saldo e indipendente si rende necessario per controbilanciare le eventuali derive clientelari di tali rapporti corporativistici;

• l’interventismo statale deve essere equilibrato dalla cognizione di quelle che sono le dinamiche di mercato: al sostegno delle imprese che operano in settori in fase di emersione bisogna accompagnare la graduale inclusione delle suddette imprese nell’ambito competitivo internazionale;

• similmente, il controllo dei sistemi bancario e finanziario deve procedere tenendo conto della necessaria fase di internazionalizzazione dell’economia, la quale deve essere condotta secondo strategie che nel lungo termine garantiscano trasparenza e riduzione dei fenomeni di volatilità finanziaria;

• all’atto pratico, l’istituzione di agenzie pilota efficienti, dotate di un saldo potere decisionale, determina la corretta messa a punto delle politiche di sviluppo: il personale burocratico, dunque, deve essere selezionato e ben istruito;

• tra le politiche di sviluppo perseguite, particolare attenzione bisogna dedicare al capitale umano: i processi di learning by doing e di socializzazione con i settori più avanzati dipendono certamente da adeguate misure di investimento nei sistemi di istruzione, formazione e R&S;

• un buon sistema di regolamentazione dell’intervento pubblico nell’economia, un funzionale corpus politiche redistributive e una strategia di crescita sostenibile e inclusiva costituiscono infine un fattore irrinunciabile per la stabilità politico-economica del Paese.

L’approccio allo sviluppo adottato dai Paesi dell’Asia nordorientale non rappresenta certo un modello univoco di riferimento. Sono notevoli, anzi, i fattori che differenziano il percorso sudcoreano da quello, ad esempio, delle vicinissime economie giapponese o cinese. Il caso della Repubblica di Corea, comunque, ci consente diriflettere sulla rilevanza delle istituzioni politiche e burocratiche per l’articolazione di politiche di sviluppo che siano efficaci sul lungo termine, oltre che sulle derive croniche cui la cooperazione pubblico-privato può incorrere se non bilanciata da adeguati meccanismi di controllo.

 

Infografica: selezione dati sullo sviluppo della Corea del Sud

infografica

Fonte: Elaborazione dell'autrice e di Giovanni Chiampo su dati Conference Board, OECD, WB

 

 

Note

1. Un chiaro esempio è la recente escalation di tensioni relative alla Corea del Nord: tra gli effetti annoveriamo le pressioni economiche che la Cina ha recentemente esercitato sulla Corea del Sud a fronte dell’istallazione, sul territorio sudcoreano, del tanto discusso sistema antimissile dell’esercito statunitense (THAAD: Theater High Altitude Area Defense).

2. Si pensi alle Olimpiadi di Seoul del 1988, alla normalizzazione delle relazioni diplomatiche con Russia e Cina (1990-1992), al patto di non aggressione e di riconciliazione firmato con la Corea del Nord nel 1991 – dopo l'ingresso delle due Coree nelle Nazioni Unite – e, per finire, all'ingresso della Repubblica di Corea nell'OCSE.

3. Un appunto sulla rilevanza dell’impianto etico della società sudcoreana: la tradizione confuciana, ereditata senza il filtro dalle filosofie buddhista e shintoista, ha trasmesso anche all'interno dei chaebol e delle classi burocratiche il valore del rispetto per l'autorità (specialmente quella statale), i legami di sangue e l'educazione; l'ingresso delle religioni cristiane, in particolare del protestantesimo, ha consentito inoltre di dare nuova importanza alle classi imprenditoriali, e non solo a quelle nobiliari e terriere.

4. Si tratta della figlia di un leader religioso piuttosto controverso, il quale aveva avuto modo di seguire Park sin dall'epoca dell'uccisione dei suoi genitori, negli anni Settanta. Questa donna, di nome ChoiSoon-sil, avrebbe avuto un grande peso nella gestione dei discorsi pubblici della presidentessa, oltre che sulle sue scelte politiche. È inoltre sospettata di aver forzato alcuni chaebol ad effettuare donazioni a fondazioni di carità a lei connesse.

5. Nonostante le summenzionate tensioni legate al sistema antimissile THAAD, installato sul territorio sudcoreano senza aver rispettato le necessarie procedure di consultazione col nuovo esecutivo; questo ha portato, come noto, ad un clima poco disteso nei rapporti tra USA, Corea del Sud e Cina.

 

Riferimenti Bibliografici

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Tasso di disoccupazione

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Import ed Export della Repubblica di Corea, per Paese

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